L’obesità infantile, un problema sempre più attuale

CHE COS’E’ L’OBESITA’?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’obesità una condizione clinica caratterizzata da eccessivo accumulo di tessuto adiposo (grasso) nell’organismo, tale da indurre un significativo incremento dei rischi per la salute. Del tutto recentemente il termine condizione è stato sostituito da quello di malattia per sottolineare la gravità del problema.

ANCHE I BAMBINI POSSONO DIVENTARE OBESI?

Certo, l’obesità è diventata negli ultimi anni una vera e propria epidemia anche in età pediatrica. In particolare, la percentuale dei bambini italiani in sovrappeso/obesi risulta molto più elevata che nel resto d’Europa: 1 bambino su 4 è sovrappeso ed 1 su 10 è obeso, con una tendenza pericolosamente vicina a quella degli Stati Uniti, dove vive il maggior numero di persone obese al mondo. La Campania – Salerno in testa – ha il primato della maglia nera con 1 bambino su 2 sovrappeso.

L’OBESITA’ NEL BAMBINO PUO’ PORTARE A DELLE COMPLICANZE IN ETA’ ADULTA?

Certamente sì, anche in età pediatrica. Diversi studi hanno dimostrato come già durante i primi anni di vita possono iniziare a svilupparsi le gravi complicanze dell’obesità (pressione arteriosa alta, fegato grasso, diabete mellito, aumentato spessore della parete dei vasi sanguigni con aumentato rischio di infarto/ictus) che spesso restano a lungo sconosciute o sottovalutate.

COME SI CURA L’OBESITA’ INFANTILE?

Il trattamento dell’obesità sia in età pediatrica che nell’adulto risulta essere difficile e impegnativo: gli interventi individuali con diete specifiche associate a un incremento dell’attività fisica sono a volte inefficaci con perdite di peso solamente temporanee. Per questi motivi oggi bisogna sensibilizzare maggiormente i nostri pazienti sull’importanza della prevenzione come unico mezzo efficace per combattere l’epidemia di obesità. In particolare, già nei bambini in età pre-scolare (dai 2 ai 5 anni) è dimostrato scientificamente come un corretto stile di vita e un’alimentazione sana contribuiscano a prevenire la comparsa, negli anni successivi, dell’obesità e delle sue temibili complicanze.

CHE CONSIGLI CI DA PER GARANTIRE UNO STILE DI VITA E UN’ALIMENTAZIONE PIU’ SANA?

Non far saltare mai i pasti al bambino e consumarli insieme a tutta la famiglia. Molti bambini tendono spesso a saltare la colazione, ma si tratta di un pasto importantissimo per fare in modo che il proprio figlio affronti al meglio la mattinata scolastica. Ugualmente importanti sono il pranzo e la cena che dovrebbero essere composti da un primo piatto e un secondo piatto (di dimensioni adeguate all’età), un contorno di verdure (crude o cotto) e un frutto. Si consiglia inoltre di inserire due spuntini (uno a metà mattina e l’altro a metà pomeriggio) preferendo un frutto e uno yogurt magro e limitando le merendine e gli snack preconfezionati al massino a 2 volte alla settimana. Bere almeno 8-10 bicchieri di acqua al giorno, evitando il consumo abitudinario di bevande zuccherate alle quali vanno preferite invece spremute o frullati di frutta fresca non zuccherati. Ricordare sempre di rispettare, per quanto è possibile, la stagionalità di frutta e verdura. Meglio variare e proporre più volte al bambino i cibi nuovi soprattutto se si tratta di verdura. Mantenere un buon livello di attività fisica e ridurre le attività sedentarie. Infine monitorare mensilmente il peso del bambino da discutere con il proprio pediatria.

OLTRE AI CLASSICI FATTORI DI RISCHIO COLLEGATI ALL’OBESITA’ (STILE DI VITA SEDENTARIO, CONSUMO DI CIBO SPAZZATURA, FAMILIARITA’) SI PARLA SEMPRE PIU’ FREQUENTEMENTE DI NUOVI ED INSORGENTI FATTORI DI RISCHIO. QUALI SONO?

Alcuni recenti studi hanno effettivamente dimostrato l’esistenza di nuovi fattori di rischio associati all’obesità in età pediatrica. In particolare, una ridotta durata e qualità del sonno notturno, il consumo di cibi contaminati da bisfenolo A, sostanza chimica ampiamente utilizzata dall’industria per la produzione di plastiche e resine ad uso alimentare (presente in biberon, bottiglie, stoviglie, contenitori per alimenti) e le alterazioni a carico del cosiddetto microbiota intestinale (o microflora intestinale), la popolazione composta da miliardi di batteri che vive all’interno del nostro intestino. Quest’ultima quando va incontro ad alterazioni di tipo qualitativo e/o quantitativo contribuisce a danneggiare le cellule intestinali, provocando un maggior numero di calorie assorbite dopo i pasti e quindi un aumento del peso corporeo. Tutti questi aspetti insieme, oltre che confermare la complessità della problematica relativa all’obesità infantile, confermano quanto siano necessari ulteriori sforzi da parte della ricerca per trovare strategie terapeutiche innovative da affiancare a uno stile di vita familiare corretto, una sana alimentazione e una costante attività fisica.

2018-11-25T21:07:40+01:00